Tomba del Cerbero – Giugliano in Campania
La fortunata scoperta della Tomba del Cerbero, così chiamata convenzionalmente per la rappresentazione del cane infernale a tre teste, Cerbero, posto a guardia dell’Oltretomba, dipinto proprio al centro della parete d’ingresso della camera funeraria, è avvenuta recentemente durante i lavori di posa di una condotta idrica nel Comune di Giugliano in Campania (NA).

All’interno di un saggio archeologico preventivo, posizionato in una vasta area a destinazione agricola fino a quel momento inesplorata, dopo mesi di ricerche, quando oramai sembrava essersi conclusa la campagna di indagini che aveva restituito solo parte di una piccola necropoli di tombe in fossa terragna, ecco che emerge dalle sabbie del tempo – oltre 2000 anni – la fronte monumentale della camera.
Si tratta di un sepolcro gentilizio, ipogeo, costituito da un unico ambiente, realizzato in blocchi di tufo (fine II – inizi I secolo a.C.) e accessibile tramite una gradinata scavata direttamente nel terreno. L’ingresso era sigillato da un blocco di tufo, a protezione della camera interna, coperta da una volta a botte. Al suo interno si trovano affreschi assai ben conservati, corredi funerari e letti funebri (klìnai) decorati.
Liternum, fondata nel 194 a.C. lungo la costa campana, per ospitare veterani delle guerre puniche, era un’importante colonia marittima strategica, affacciata sulle sponde del Lago Patria. Resa celebre per essere stata il luogo di ritiro di Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano, il grande generale che sconfisse il cartaginese Annibale, uno dei più temuti nemici di Roma, nella battaglia di Zama. Il suo esilio rappresenta uno degli episodi più affascinanti e misteriosi della storia romana, le cui cause vanno ricercate in una serie di eventi politici e personali che segnarono il suo conflitto con le istituzioni romani e alcuni suoi contemporanei, che lo accusarono di corruzione e malversazione. La realizzazione della Tomba del Cerbero si inserisce cronologicamente in questo scenario storico, rivelando dettagli preziosi sulle pratiche funerarie e la struttura sociale dell’epoca, lasciando ipotizzare, data la ricchezza del suo apparato decorativo, che possa essere appartenuta proprio ad un veterano che aveva servito al fianco di Scipione.
Uno degli aspetti più affascinanti della Tomba del Cerbero è costituito dal suo apparato pittorico, conservato intatto in ogni suo aspetto. Sulla parete d’ingresso è rappresentata la dodicesima fatica di Eracle, il combattimento contro Cerbero, il guardiano degli Inferi. Hermes, con il caduceo, accompagna l’eroe, simboleggiando il passaggio dell’anima verso l’aldilà. Eracle, uno degli eroi più celebri della mitologia greca, noto per la sua forza straordinaria, il coraggio e le imprese che compì nella sua vita, armato della sua clava, è raffigurato mentre sta per colpire Cerbero. Ad aiutarlo è Hermes, il messaggero degli Dei, qui rappresentato mentre sta cercando di distrarre la belva infernale brandendo un bastoncino. Si tratta di un tema ricorrente nelle pitture sepolcrali, che rappresenta idealmente la vittoria sulla morte e suggerisce l’idea della protezione dell’anima del defunto nella sua transizione verso l’oltretomba.
Sulla parete opposta si trovano due centauri marini che sorreggono uno scudo dorato, con amorini che attingono da una coppa, l’affresco più importante che sembra sancire il prestigio sociale rivestito dal proprietario della tomba nell’ambito della comunità cittadina. La scelta di questo particolare oggetto mitologico è molto particolare e ha ben pochi precedenti nella pittura funeraria romana. I centauri marini combinano la figura mitologica dei centauri, tradizionalmente esseri metà uomini e metà cavalli, con la simbologia marina, unendo quindi il mondo terrestre e quello marino. Questi esseri fantastici rappresentano spesso il caos e la forza primordiale della natura, ma anche l’interazione tra il mondo umano e quello naturale, simbolizzando quindi il confine tra vita e morte, e il passaggio da un mondo all’altro. Tuttavia, è anche vero che nella società romana, le tombe erano luoghi dove si cercava di raffigurare la posizione sociale, le credenze e le aspirazioni del defunto. Le immagini mitologiche esprimevano spesso lo status elevato della famiglia, la sua ricchezza e la sua connessione con il divino. La presenza di creature mitologiche come i centauri marini, quindi, non è puramente decorativa, ma anche un indicatore del livello di cultura e dell’elevato status sociale raggiunto dal capostipite della famiglia in ambito cittadino.
La Tomba del Cerbero rappresenta un’eccezionale testimonianza della cultura funeraria romana tra la Tarda Repubblica e la prima Età Imperiale. Il suo stato di conservazione, la qualità delle pitture e la ricchezza del corredo, offrono un’importante finestra sulle credenze religiose e sociali non solo della comunità liternina del tempo, ma anche per estensione, di quella di Roma stessa, di cui vengono ripresi i modelli ideologici e di comportamento.
Questa scoperta non solo arricchisce il panorama archeologico della Campania, ma getta nuova luce sulla vita e sulle tradizioni dei coloni romani in un’area di cruciale importanza strategica ed economica. Rappresenta inoltre uno straordinario documento archeologico, che racconta una pagina fondamentali del nostro passato grazie alle possibilità interpretative offerte da un contesto chiuso ed inviolato nei secoli, che ha fotografato un preciso momento storico e ce lo ha restituito completo in ogni sua parte, uno spaccato significativo della vita, delle credenze e delle tradizioni dell’antichità.






Ultimo aggiornamento
12 Maggio 2025, 15:55