Villa Favorita
Villa Favorita, più esattamente Real Villa della Favorita, è una residenza storica di Ercolano.
Villa Favorita, più esattamente Real Villa della Favorita, è una residenza storica di Ercolano. Edificata nel tratto di Corso Resina denominato Miglio d’Oro, è una delle più sontuose ville vesuviane del XVIII secolo.L’imponente edificio, opera di Ferdinando Fuga, su un preesistente casino appartenente alla famiglia del Duca Beretta di Simari, denominato la “Favorita” dal re Ferdinando IV di Borbone in omaggio alla regina Maria Carolina d’Austria, presenta un impianto planimetrico piuttosto inconsueto che si discosta dagli schemi ricorrenti tipici delle ville settecentesche del Miglio d’Oro. La facciata, che si sviluppa lungo la Via Regia delle Calabrie non presenta, infatti, lungo l’asse centrale aperture che consentono una diretta comunicazione dalla strada verso il parco. I due cortili d’accesso, simmetrici, sono collocati lateralmente ed il corpo centrale si dilata verso una direttrice posta in asse con il mare, concludendosi al piano rialzato, con un terrazzo posto in cima ad uno scalone semicircolare. Le scale di collegamento tra i piani sono poste alle estremità delle ali. La grande area del parco della “Villa Favorita” ricca di essenze mediterranee ed esotiche alquanto rare, interrotto nella sua continuità dalla linea ferroviaria e da un asse viario, si conclude verso il mare con l’approdo borbonico.La Villa è oggetto di un importante finanziamento del Ministero della Cultura di 32 milioni di euro, grazie ai fondi del PNRR a cui si aggiungono ulteriori 12 milioni di euro afferenti all’Agenzia del Demanio e al PON Cultura e Sviluppo FESR 2014-2020 per un totale di 44 milioni di euro.Il progetto si pone l’obiettivo di restituire alla città di Ercolano uno dei più grandi giardini di pertinenza delle ville vesuviane lungo il Miglio d’Oro e di destinare parte degli spazi interni dell’edificio principale di Ferdinando Fuga e quello adiacente di Pietro Bianchi, ad una scuola di dottorato europeo e ad altre funzioni di alta tecnologia nel campo dei beni culturali.Il vivace intreccio di viali alberati, di lecci conduce alla giostra e ad una cappella che adornano il parco raccontando la storia di uno dei periodi di maggiore splendore della villa: proprietà del Principe di Salerno Leopoldo di Borbone, dal 1823 fu aperta al pubblico nei giorni di festa, ed arricchita con giostre (i modellini si trovano esposti al Palazzo Reale di Caserta) e intrattenimenti alla moda, tra cui balançoires a foggia di cavallo, barca e sedia e la “Palazzina delle montagne russe”, un angolo del parco dotato di numerosi scivoli in legno.Oggi resta la Casina dei Mosaici, una peschiera e resti di alcune giostre. La Casina, certamente modificata nel suo impianto e nella decorazione della sala da gioco, è così chiamata per il rivestimento delle pareti del vestibolo e del salone con cocci multicolori di madreperla e porcellana che formano eleganti cornici policrome, che compongono mosaici suggestivi messi in opera, per volontà del re, grazie all’esperienza dei maestri locali, probabilmente formati presso il Real laboratorio di Pietre dure di Capodimonte.Il panorama che si ammira dal retro della Casina dei Mosaici è tra i più suggestivi del Golfo di Napoli. Il molo, storico approdo Borbonico, permetteva alla Famiglia Reale di giungere al sito ercolanese direttamente via mare. L’Antico Approdo Borbonico, e l’edificio dei Coffee House, formato da due torrette che fiancheggiano la discesa a mare secondo l’uso dell’epoca, sono ancora visibili, ma il rapporto tra il litorale e l’intero giardino fu completamente stravolto dalla costruzione del tratto ferroviario del 1839. Le “Montagne Russe”, in realtà rappresentano il coffee house più bello del parco. Aggiunto nel 1854, sembra un piccolo teatrino all’aperto arricchito da una peschiera ed una fontana. Durante l’anno venivano allestiti in occasioni dei giochi aperti al pubblico, degli scivoli con passerelle di legno, da qui l’attribuzione del nome di “Montagne Russe”.
L’edificio su Corso Resina presenta una facciata a due piani scandita da coppie di lesene e interrotta dai due portali laterali in piperno e dalle due finestre centrali, di cui la superiore, in corrispondenza del salone ellittico, si apre su un balcone in piperno ed è sormontata da stemmi nobiliari.
L’elemento più significativo è tuttavia la grande scalea semicircolare in pietra che si apre sulla facciata posteriore, mettendo in comunicazione la terrazza dinanzi al grande salone ellittico con il parco retrostante.
L’apparato decorativo interno è molto interessante perché frutto dell’alternarsi di stili e gusti dei proprietari che si sono succeduti. Philipp Hackert dipinse tra il 1787 e il 1797 le vedute dei porti del Regno di Napoli (trasferiti nel 1879 alla Reggia di Caserta), mentre le sale al primo piano furono ridecorate in stile arabeggiante in occasione del soggiorno di Ismail Pascià. Al secondo piano vi sono ambienti decorati in stile cinese. Il salone centrale era decorato con un grandioso pavimento a mosaico in marmo proveniente dalla villa di Tiberio a Capri ed oggi sito nel Museo di Capodimonte a Napoli. Adiacente all’edificio principale vi sono una piccola cappella e un corpo di fabbrica su tre livelli, realizzato per volontà di Leopoldo di Borbone per ospitare più comodamente la corte.Il parco ospita peschiere e chioschi in stile moresco. Nonostante fosse separato dalla parte inferiore sul mare, resta l’area verde storica più grande della costa vesuviana, dopo il parco della Reggia di Portici.
Dove si trova
Ercolano (NA) – Via Gabriele D’Annunzio, 36
Ultimo aggiornamento
24 Maggio 2024, 10:34