Real Sito – Portici
L’opera di costruzione del Real Sito di Portici si inserisce nel programma di interventi per Napoli città capitale, avviati da Carlo di Borbone, fin dal suo arrivo (1734) con nuovi edifici pubblici in città e nuovi territori extraurbani acquisiti al patrimonio regio.

La nuova residenza reale sorse su un’area attraversata dalla Strada Regia delle Calabrie e occupata in parte da preesistenti edifici che furono progressivamente acquistati o espropriati insieme ai giardini e ad altri territori. Alcuni di questi furono inizialmente adattati come prima sistemazione della corte e successivamente utilizzati per la realizzazione della Reggia e del parco. I lavori di adattamento, che procedevano parallelamente agli acquisti, furono affidati all’ingegnere di corte Antonio Medrano, impegnatovi dal 1738 al 1740.
La soluzione di pianta rivela chiaramente l’intenzione di conservare elementi delle preesistenti ville e di fruire contemporaneamente delle vedute verso il mare e verso il Vesuvio, tenendo anche conto del passaggio della Strada Regia: nasce così l’idea di un edificio cavalcavia, sviluppato intorno a un vasto cortile rettangolare, con angoli raccordati in curva, e prolungato in avanti con due bracci che circondano un ampio spazio aperto verso il mare. Il nucleo intorno al cortile si sviluppa su tre piani: a quello terreno ambienti vari di servizio, vestibolo e scalone nella zona a monte; appartamenti dei principi, secondo vestibolo e scalone verso il mare; al primo piano gli appartamenti reali e all’ultimo gli alloggi per la servitù e altri servizi. Due sono le riprese di temi barocchi: la penetrazione della strada nel palazzo, e il cortile ottagono, dedotto dal tipo francese della place royale, anche se i raccordi angolari trovano applicazione a Napoli in diversi episodi sanfeliciani.
L’adesione al gusto tardobarocco è espressa più esplicitamente nella decorazione di alcuni ambienti interni, sopravvissuta alla trasformazione operata in gran parte nel decennio francese, secondo lo stile neoclassico. Vanno segnalate le scenografiche prospettive sulle pareti e sulla volta dello scalone verso il mare, opera del 1746 di Vincenzo Re (allievo di Andrea Pozzo) e, nelle due anticamere che seguono, gli affreschi sulle pareti dello stesso Re e sulle volte.
Lo scalone monumentale d’ingresso alla Reggia di Portici
Lo scalone monumentale d’ingresso alla Reggia di Portici , oltre a costituire un pregevole esempio di spazialità architettonica, presenta sulle pareti e sulla volta dipinti raffiguranti scenografie architettoniche e giochi di prospettiva databili attorno al 1746 ad opera del pittore Vincenzo Re, allievo di Andrea Pozzo. L’intervento di restauro prevede interventi sulle superfici dipinte, sui marmi e sulle pavimentazioni, nonché la definizione di un percorso alternativo di risalita al piano nobile della Reggia, destinato a percorso museale, mediante la realizzazione di un nuovo corpo ascensore.
Il progetto di restauro mira al recupero della fastosa spazialità dello Scalone Reale, il cui l’apparato decorativo, in particolar modo per quanto riguarda l’aspetto pittorico, costituisce un elemento essenziale. Le complesse prospettive illusionistiche dipinte sulle pareti dello scalone da Vincenzo Re completano la percezione dell’ambiente come originariamente concepito in epoca tardo barocca; pertanto, il restauro dei dipinti murali si configura come elemento fondamentale ed indispensabile per il recupero delle qualità non soltanto decorative, ma anche pienamente architettoniche, di dell’eccezionale testimonianza di grandezza del Real Sito borbonico di Portici. Inoltre, la realizzazione di un nuovo accesso all’area museale, in un ambiente di servizio posto in uno dei lati corti dell’ottagono del cortile principale e in adiacenza allo Scalone Reale, permette di ampliare sensibilmente la fruibilità del piano nobile della Regia, nonché dell’intero complesso museale collocato a questo livello. Sfruttando un ambiente attualmente sottoutilizzato e privo di valenza monumentale, si prevede la realizzazione di un nuovo ascensore che permetta l’accesso al primo piano, consentendo un completo abbattimento delle barriere architettoniche presenti per raggiungere l’area museale.
Lavori di restauro e risanamento conservativo dell’ex Presidenza, dei saloni attigui alla Sala Cinese nell’ambito del Complesso monumentale borbonico della Reggia di Portici
I saloni costituiscono uno dei nuclei più antichi della Reggia di Portici, in quanto appartenevano alla Villa del Conte di Palena, scelta come residenza reale da Carlo di Borbone fin dall’ottobre del 1738, prima ancora di maturare l’intenzione di costruire un nuovo magnificente palazzo. In prima istanza, infatti, il re aveva affidato all’arch. Medrano il compito di adattare alle esigenze di corte gli edifici già esistenti e da lui acquisiti, le ville del Palena e del Santobono. Successivamente, con la realizzazione della Reggia su progetto del Canevari, l’appartamento reale venne organizzato verso il lato mare del palazzo e i saloni di cui ci occupiamo persero la loro funzione originaria di rappresentanza per acquisire probabilmente un carattere più funzionale. Con l’insediamento della Scuola di Agraria i saloni divennero aule e laboratori, gli interventi realizzati furono strumentali all’insediamento delle nuove attività e comportarono la ricopertura dei decori e degli stucchi con una ridipintura bianca nonché, in alcuni casi, alterazioni e danneggiamenti. L’’ampliamento sul terrazzo (Sale LX e LXI) è connesso all’insediamento della Scuola di Agraria nell’Ottocento.
Vi sono interessanti rinvenimenti scoperti in fase di cantiere, al di sotto della semplice veste funzionale dei saloni: i dipinti murali all’intradosso delle volte, le decorazioni alle pareti e negli imbotti delle porte, i lambris richiedono oggi, a valle delle indagini diagnostiche effettuate, uno studio specifico che consenta di collocare la loro realizzazione nell’arco temporale che diparte dalle realizzazioni effettuate dal Conte di Palena e dalla successiva rivisitazione di Carlo di Borbone.












Ultimo aggiornamento
12 Maggio 2025, 12:53