Soprintendenza ABAP dell'Area Metropolitana di Napoli

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Villa Augustea – Somma Vesuviana 

La Villa Augustea di Somma Vesuviana, situata ai piedi del Monte Somma, rappresenta uno dei più affascinanti e complessi siti archeologici dell’Italia meridionale. Scoperta negli anni Novanta e scavata sistematicamente da oltre vent’anni grazie alla collaborazione tra l’Università di Tokyo e istituzioni italiane, la villa si è rivelata un laboratorio unico per lo studio dell’archeologia romana e della stratigrafia vulcanica vesuviana.

Le campagne di scavo più recenti hanno restituito importanti evidenze di una fase anteriore all’eruzione del 79 d.C., testimoniata dal rinvenimento di strutture ipogee, tra cui almeno cinque forni interpretati come elementi funzionali a un complesso termale privato, probabilmente di epoca augustea. La presenza di ambienti destinati al deposito di anfore, unita alla monumentalità delle murature e all’articolazione degli spazi, conferma l’esistenza di una fase insediativa precedente a quella finora nota e visibile in superficie risalente al tardo II secolo d.C. Queste scoperte rendono plausibile l’ipotesi che si tratti di una residenza di rango elevato, forse persino collegata all’imperatore Augusto, la cui morte avvenne a Nola nel 14 d.C.

Dal punto di vista geoarcheologico, la villa costituisce un raro esempio di “sito in verticale”, dove è possibile leggere, strato dopo strato, la storia delle eruzioni vulcaniche che hanno modellato il territorio. In particolare, i depositi di lahar legati all’eruzione del 472 d.C. hanno sepolto e al contempo preservato le strutture antiche, permettendo oggi lo studio integrato di fenomeni naturali e attività umane. La compresenza di tracce riferibili anche alle eruzioni del 512 e del 1631 arricchisce ulteriormente il valore scientifico del sito, rendendolo un caso di studio fondamentale per le scienze della Terra e per l’archeologia.
L’eccezionalità della Villa Augustea risiede dunque nella sua doppia valenza: testimonianza dell’organizzazione e del lusso delle dimore romane in età imperiale e, al tempo stesso, archivio naturale delle trasformazioni vulcaniche dell’area vesuviana. La prosecuzione degli scavi e l’avvio di nuove indagini promettono di restituire un quadro sempre più nitido della storia insediativa del sito, che appare oggi come una delle chiavi interpretative più importanti per comprendere la continuità di vita e di uso del territorio vesuviano nell’arco di secoli.

Ultimo aggiornamento

12 Maggio 2025, 08:33