Soprintendenza ABAP dell'Area Metropolitana di Napoli

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER L'AREA METROPOLITANA DI NAPOLI

Villa di Gradola – Anacapri, Capri

L’area archeologica della villa romana di Gradola ad Anacapri è stata interessata da un intervento di scavo archeologico, messa in sicurezza e restauro. Il cantiere è in fase di avvio.

Importo dei lavori: € 640.000,00
Responsabile del Procedimento ex art. 31 D. Lgs. 50/2017: arch. Luca di Franco
Progettista E d.l. arch. Brunella Como

La villa romana di Gradola si trova sul versante nord-occidentale dell’isola di Capri, nel Comune di Anacapri, a ridosso della Grotta Azzurra, di cui costituiva il ninfeo. Le evidenze archeologiche, ancora molto ben conservate, sono pertinenti ad una grande villa scenograficamente articolata su terrazze con giardini digradanti verso il pendio naturale.

Nel 1883 John Clay MacKowen intraprese le prime indagini archeologiche, seguite, nella prima metà del ’900, da Paolo Mingazzini. Durante i lavori della prima metà del’900, furono portati alla luce due terrazzamenti; quello inferiore caratterizzato dalla presenza di cisterne; quello superiore era caratterizzato dalla presenza di 6 ambienti. L’area fu poi sottoposta a tutela diretta del Ministero grazie al vincolo di A. Maiuri negli anni ’50. Nel 1964 furono rinvenute due statue (Tritone e Poseidone) nei fondali della Grotta Azzurra e nel 1975 altre tre statue, oggi esposte presso la Casa Rossa di Anacapri. Nel 1986 la Soprintendenza ha promosso una prima campagna di scavo a seguito dell’esproprio di un ampio terreno sul quale insisteva gran parte della villa; nel 1998 una seconda campagna ha permesso l’indagine della terrazza inferiore e la Grotta Azzurra.

Le nuove evidenze confermano l’estensione e la ricchezza decorativa della villa, che si sviluppava su più terrazzamenti digradanti verso il mare, con ambienti probabilmente destinati a funzioni rappresentative e termali. Il contesto subacqueo, in particolare, ha restituito reperti di notevole interesse, come un pilastro in marmo cipollino e altri frammenti che suggeriscono la presenza di un ninfeo o di ambienti scenografici affacciati sul mare. L’uso di materiali lussuosi e la collocazione strategica confermano l’appartenenza della villa a un’elite altolocata, forse legata alla cerchia imperiale augustea o tiberiana. L’integrazione tra fonti archivistiche e dati archeologici contemporanei permette oggi una ricostruzione più articolata dell’edificio, che si inserisce nel quadro più ampio delle ville marittime dell’Impero romano, con Capri come fulcro privilegiato di villeggiatura e rappresentanza.

L’area archeologica si presenta oggi priva delle dovute recinzioni e di adeguata sorveglianza. Le strutture antiche risultano in parte interrate mentre la vegetazione che da decenni invade l’area sta provocando la distruzione costante delle murature e il distacco degli intonaci. La messa in sicurezza delle strutture permetterà la possibilità di fruire dell’intera area, attraverso un sistema integrato tra innovazione digitale e fruizione materiale. Tale progetto coinvolge l’amministrazione comunale e la Direzione Regionale Musei Campania, consegnataria della Grotta Azzurra posta al di sotto della villa, e si inserisce in numerosi altri progetti, relativi principalmente alla ricostruzione 3D e alla digitalizzazione dei beni culturali. Trattandosi di un sito di non facile accesso e anche per questo soggetto a numerosi danneggiamenti nel tempo, questo progetto si propone di sistematizzare gli accessi al sito e di fornire una divulgazione storica che si colleghi alle diverse evidenze archeologiche dell’isola, per lo più poco valorizzate.

Il progetto ha la finalità di mettere in luce la qualità paesaggistica del sito attraverso interventi sostenibili e reversibili, che consentano di fruire pienamente della bellezza del luogo e dei rinvenimenti archeologici. A valle di una generale pulizia dalla vegetazione infestante si prevede il recupero dei muretti a secco che definiscono i diversi terrazzamenti del versante; oltre alla corretta manutenzione degli alberi di ulivo presenti, opere di ingegneria naturalistica quali viminate, posa in opera di georete e geostuoia, inerbimenti consentiranno la stabilizzazione del pendio; si provvederà inoltre alla sistemazione delle canalette di raccolta delle acque con pietrame a secco, in al piede del muro antico della terrazza superiore.

La protezione dell’area archeologica viene assicurata da recinzioni composte da pali in legno e profili di rete in corten. È prevista la realizzazione di un cancello d’ingresso in corten definito lateralmente da un totem che riporta la scritta “Villa di Gradola”.

Ultimo aggiornamento

1 Luglio 2025, 13:33